I Materiali
Arco take down:
Gli archi sono caratterizzati da due misure, la lunghezza che é espressa in pollici (simbolo "), e la potenza che é espressa in libbre (simbolo #). Questi dati sono riportati sul flettente inferiore dell’arco.
1 pollice = 2,54 cm
1 libbra = 0,4536 kg
Bisogna sapere che l’altezza dell’arco non é la sua altezza reale, ma una misura che viene determinata in base alle caratteristiche dettate dalle normative emanate dall’associazione mondiale dei costruttori, denominata A.M.O.
La potenza é riferita alla forza necessaria a tendere l’arco sino a 28 pollici, misurati dalla corda alla faccia esterna della finestra dell’arco. Questo metodo di misurazione é un vecchio metodo, che ha il pregio di non generare confusione, ed é quindi più comprensibile.
Apertura delle braccia |
Allungo in pollici |
Lunghezza in pollici |
Da 140 a 150 | Da 22" a 24" | 62" |
Da 150 a 160 | Da 24" a 26" | 64" |
Da 160 a 170 | Da 26" a 28" | 66" |
Da 170 a 180 | Da 28" a 30" | 68" |
Da 180 a oltre | Da 30" a 32" | 70" |
L'arco compound.
Usa un sistema di carrucole di tipo eccentrico che permettono di accumulare una maggiore quantità di energia muscolare nel sistema di flettenti e di ridurre di una percentuale che va normalmente dal 40% all'80% (a seconda del modello e della marca) lo sforzo nel momento in cui si è teso l'arco.
I libraggi normalmente sono regolabili di 10-15 libbre permettendo al novizio arciere di poter aumentare la potenza del proprio arco all'aumentare della massa muscolare e dell'esperienza, e variano da 25 a 90 libbre. Per il tiro si utilizzano archi di 30-55 libbre, per la caccia normalmente dalle 50 alle 80 (in alcuni casi, però le libbre posso aumentare sensibilmente).
L'uso dello sgancio meccanico è quasi obbligatorio per gli archi compound più corti mentre per quelli di lunghezza superiore ai 40" (101,6 cm) è possibile tendere la corda ancora con le dita (l'angolo che forma la corda ad arco teso non è troppo acuto).
Mirini e diottra (sistema di mira che permette all'arciere di traguardare dei punti di mira – normalmente da 1 a 5 a seconda delle distanze – attraverso un foro sulla corda (visette).uno stabilizzatore (un'asta di lunghezza variabile che smorza le vibrazioni e mantiene fermo l'arco durante la fase di scocco)uno sgancio meccanico (la corda non è più direttamente a contatto con le dita ma rilasciata da un sistema meccanico tenuto nella mano dall'arciere)
Gli archi compound sono molto corti, quindi facilmente trasportabili ed usabili anche in condizioni di caccia nel fitto del bosco. Questo genere di archi "tecnologici" normalmente è usato con una serie di accessori che ne migliorano la precisione. L'arco compound permette quindi di trasmettere alla freccia una quantità maggiore di energia (maggiore velocità) rispetto ad un arco di stessa potenza tradizionale (ricurvo o longbow) e di poter esser più accurati nella fase di mira.
L'eccentricità delle camme differenzia la lunghezza dei bracci di leva sui quali sono attestati la corda vera e propria e il cavo che collega un flettente all'altro. Se la puleggia fosse una ruota perfetta non vi sarebbe riduzione di lavoro (let-off 0%). Inoltre la singola puleggia, che serve a flettere il flettente opposto, è imperniata presso il puntale dell'altro: questa geometria riduce già di per sé progressivamente la distanza tra la centro della carrucola e peso. Nella prima fase dell'allungo l'arco è più duro perché il braccio di leva svantaggia la corda. Superato il picco (circa 1/4 di giro di puleggia) la situazione si inverte svantaggiando il cavo di collegamento. Una volta raggiunto l'allungo previsto la demoltiplicazione della forza necessaria a mantenere l'arco in tensione raggiunge il massimo (valle).
Le frecce utilizzate con gli archi compound sono principalmente di alluminio, di fibra di carbonio o di varie combinazioni d' entrambi i materiali. Ogni arco, a seconda della potenza e dell'allungo dell'arciere, avrà un certo numero di tipi di aste di frecce adatte. La freccia infatti al momento dello scocco subisce una serie di deformazioni elastiche indotte, nel caso del compound, esclusivamente dal fatto che la forza viene impressa dalla corda alla parte posteriore della freccia, la punta della quale (essendo più pesante, quindi avendo più inerzia) resiste all'avanzamento per alcuni istanti.
Nell'arco compound non si applica quindi il paradosso dell'arciere tranne nei casi in cui lo sgancio manuale viene preferito a quello meccanico. Per eseguire un tiro corretto è importante che l'elasticità della freccia ("spine" in Inglese) sia adeguata in base alle caratteristiche del sistema arciere-arco-freccia.